Antique Romantic Pianos
Ricerca interpretativa e di restauro su fortepiani e pianoforti del periodo classico, romantico e post-romantico
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Replica di martelli Pleyel del periodo romantico
Vista d'insieme della prima replica dei martelli originali del Pleyel 10966 (Parigi, 1844), eseguita da Flavio Ponzi nel 1996-'97. Tale replica, guarnita con soffice feltro avente una densità di circa 0,30 gr cm³, del tutto analoga a quella della martelliera originale, è oggi conservata presso il Museo Internazionale e Biblioteca della Musica di Bologna. |
Il restauro eseguito nel 1996–1998 da Flavio Ponzi sul pianoforte Pleyel 10966 (oggi conservato al Museo Internazionale e Biblioteca della Musica di Bologna), fu commissionato nell'autunno del 1996 dalla Biblioteca dell'Archiginnasio, referente amministrativo del Civico Museo Bibliografico Musicale. La proprietà di questo splendido strumento è stata a lungo attribuita a Gioachino Rossini durante il suo ultimo soggiorno parigino: ma un Verbale della Commissione del Liceo Musicale Comunitativo di Bologna del 13 novembre 1843, conservato nell'Archivio Storico del Comune di Bologna (Carteggio 1843, Titolo X, Rubrica 6a), reso noto nel 1999 da Luigi Verdi (in “Rossini a Bologna. Note documentarie”, Bologna, 2000), ne fa risalire l'acquisto – da parte dello stesso Rossini e per conto di tale Liceo Musicale – al viaggio da egli compiuto a Parigi, dal maggio al settembre del 1843.
Nel corso del restauro di questo strumento Flavio Ponzi eseguì anche, per la prima volta in Europa, due repliche complete dei martelli originali, comprensive delle parti meccaniche, di un pianoforte afferente alla tipologia Pleyel di quel periodo.
In considerazione dell'importanza di questo pianoforte e delle condizioni di avanzata usura e consunzione del feltro dei martelli originali, Flavio Ponzi decise di non intervenire in alcun modo sulla martelliera originale stessa (eccettuati alcuni marginali ritocchi di manutenzione e incollatura), perché preziosa fonte di informazioni organologiche. Questa decisione fu confortata anche dal parere del compianto Prof. Vinicio Gai, uno dei massimi esperti nel campo del restauro degli strumenti musicali. Tale martelliera fu così riposta in una custodia appositamente costruita, e fu consegnata al termine del restauro al sopra citato Museo, assieme alle due martelliere replicate, una delle quali montata sullo strumento, e l'altra all'interno di una seconda custodia.
Il feltro della martelliera originale ha una densità di circa 0,30 gr cm³ e per quanto riguarda i materiali che lo compongono non afferisce affatto al brevetto emesso da Henry Pape il 10 maggio 1826, che prevedeva una miscela al 50% di pelo di lepre e coniglio, con aggiunta di piumino d'oca e beurre de soie, distribuita su due distinti strati, di spessore più cospicuo nei bassi, e via via decrescente nei successivi comparti della tessitura. Tali materiali sono invece da riferire al brevetto d'addizione dello stesso Pape del 22 novembre 1834, che prevedeva la costruzione di un'unica pezza di feltro di spessore progressivo (come documentano appunto i martelli originali del Pleyel n° 10966), composto da cachemire, vigogna o altra lana fine.
(https://books.google.it/books?id=n6lQAAAAYAAJ&pg=PA22&lpg=PA22&dq=%C3%A9toffe+de+laine+fine:+cachemire,+vigogne+ou+autre.)
"Les marteaux sont recouverts d'un feutre perfectionné que j'emploie à la place de peaux, et qui a sur ces dernières le grand avantage de ne pas changer de qualité par l'influence de la temperature, et aussi de donner plus d'égalité aux sons. Le feutre pour cet usage faisait déjà partie de ma demande d'un brevet d'addition en date 10 mai 1826. Je viens aujourd'hui demander une addition pour perfectionnement du feutre à l'usage de la garniture des marteaux: ce perfectionnement consiste à augmenter la solidité et à donner plus de qualité aux sons en employant, dans le feutrage, une étoffe de laine fine, soit cachemire, vigogna ou autre, fabriqué à cet effet, et à lui donner, en feutrant, le degré d'épaisseur graduelle qui est nécessaire pour cet emploi; ce feutre, ainsi préparé, acquiert plus d'élasticité et de consistance, et, par conséquent, est très-convenable pour cet usage."
(I martelli sono ricoperti da un feltro perfezionato che io impiego al posto delle pelli, e che ha su queste ultime il grande vantaggio di non cambiare di qualità sotto l'influsso della temperatura, e anche di conferire ai suoni una maggiore eguaglianza. Il feltro per quest'uso faceva già parte della mia domanda di un brevetto d'addizione in data 10 maggio 1826. Io mi accingo a chiedere oggi un'addizione per il perfezionamento del feltro da usare per la guarnitura di martelli: tale perfezionamento consiste nell'aumentare la solidità e a dare più qualità al suono impiegando, nella feltratura, una stoffa di lana fine, ossia cachemire, vigogna o altro, fabbricata a questo scopo, e a conferirle, nella feltratura, lo spessore progressivo che è necessario per quest'uso; questo feltro, così preparato, acquista più elasticità e consistenza, e, conseguentemente, è molto adatto ad essere utilizzato a tale scopo).
E' da ricordare inoltre che pochi anni dopo (1840), Eugène-Hippolyte Billion brevettò nuovamente a Parigi un procedimento per la produzione di feltro di lana ovina per l'uso specifico della guarnitura dei martelli, introducendo fra l'altro nel procedimento l'uso della pressa idraulica.
F.Ponzi, per le due repliche dei martelli originali, utilizzò feltro di lana merino di alta qualità, nelle due differenti densità di circa 0,30 gr cm³ (documentata dal Pleyel n° 10966, 1844), e di circa 0,38 gr cm³ (documentata dal Pleyel n° 11695, 1845), acquistato da Rossini, come attesta una sua lettera autografa del 2 agosto 1846. Tali densità corrispondono appunto a quelle prevalentemente rilevabili nella tipologia Pleyel circa dalla metà degli anni Quaranta agli anni Settanta del XIX secolo. La tipologia di feltro usata fu selezionata in base alle ricerche e ai test compiuti da F.P. fin dal 1991, per saggiare l'omogeneità timbrica dei materiali allora disponibili, rispetto ai tipi di feltro rilevabili negli esemplari storici originali della manifattura Pleyel.
La martelliera originale del Pleyel 10966, entro la scatola appositamente costruita per custodirla, conservata al Museo della Musica di Bologna |
Irreparabile consunzione progressiva da sollecitazione meccanica, nei martelli originali del settore medio-acuto del Pleyel 10966 |
Vista d'insieme dei martelli originali del Pleyel 10966, fotografati nel 1998 nello studio-laboratorio di Flavio Ponzi |
Inoltre, in collaborazione con il Prof. Alessandro Cocchi, Direttore del Laboratorio di Acustica del Dipartimento di Ingegneria dell'Università di Bologna, e con l'équipe di ricerca afferente al DIENCA (Dipartimento Energia, Nucleare e del Controllo Ambientale), la duplice replica dei martelli del Pleyel 10966 fu sottoposta a procedure avanzate di verifica scientifica dei risultati del restauro, che furono in seguito presentate a numerosi Congressi Internazionali di Acustica e Organologia.
Nel corso di tale verifica furono assunti più di 1500 campioni sonori, con specifico riferimento alla prima replica dei martelli originali del Pleyel 10966, realizzata con feltro ovino avente una densità di circa 0,30 gr cm³, del tutto analoga a quella del feltro originale. Tali test, oltre a verificare ed orientare l'intonazione definitiva eseguita da F.Ponzi sulle tre martelliere, evidenziarono nella tessitura medio grave dello strumento una rimarchevole somiglianza fra le forme d'onda e gli spettri cumulativi tridimensionali dei martelli replicati, rispetto ai martelli originali, di densità analoga (si confrontino sotto alcuni spettri cumulativi e campioni sonori). Questa somiglianza è confermata dalla verifica auditiva: una percezione qualitativa "esperta", sempre determinante e da non sottovalutare mai in questi confronti. E' da rilevare che in tale tessitura medio-grave, lo strato abbastanza consistente di feltro residuo, permette ai martelli di documentare in modo sufficientemente attendibile la sonorità originale, mentre invece progredendo verso la tessitura acuta, la consunzione crescente del feltro apicale (introducendo componenti sempre più marcate di distorsione armonica), rende qualsiasi confronto poco probante.
Furono infine realizzati nell'Aula Magna della Facoltà di Ingegneria di Bologna, numerosi e sofisticati test psico acustici, progettati e messi a punto dal Prof. Lamberto Tronchin, facente parte dell'équipe del DIENCA. Durante tali test un gruppo di addetti ai lavori (composto da studenti di Acustica e anche pianisti), fu invitato ad ascoltare i tre diversi set di martelli (cioé la martelliera originale del Pleyel 11695, e le due repliche eseguite da F.Ponzi), alternati sullo strumento, suonati da due diversi esecutori (Massimiliano Génot e Flavio Ponzi). Furono eseguiti sulle tre martelliere brani della letteratura musicale romantica, al fine di permettere ai partecipanti ai test l'espressione di una libera e articolata valutazione qualitativa (attraverso la compilazione di questionari anonimi), circa il rispettivo rendimento dinamico e timbrico di ciascun set di martelli.
Fotografie del percussore elettromagnetico a quattro gradazioni d'intensità usato per l'assunzione dei campioni acustici, e di alcuni martelli della prima replica della martelliera originale del Pleyel 10966, attualmente conservata presso il Museo Internazionale e Biblioteca della Musica di Bologna. I tre sottofeltri di pelle (che dal martello n. 54 si riducono a due), sono guarniti con soffice feltro avente una densità di circa 0,30 gr cm³, analoga a quella dei martelli originali. E' interessante rilevare che in quest'epoca i raffinati martelli della Maison Pleyel mostrano lievi ma costanti oscillazioni costruttive, riguardanti lo spessore e il numero dei sottofeltri. Ciò derivava probabilmente sia dalla diversa impronta dei singoli operatori, sia dalle variabili presentate dai materiali momentaneamente disponibili, essendo in relazione forse anche con l'esigenza di individuare un punto ottimale d'equilibrio fra le caratteristiche specifiche dei martelli e il rendimento dei singoli strumenti. |
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Le anime dei martelli sono in legno di mogano; gli stiletti sono in legno di Cedro della Virginia, come quelli dei martelli originali. |
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Martello n. 1 |
Martello n. 13 |
Martello n. 21 |
Martello n. 25 |
Martello n. 33 |
Martello n. 38
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Martello n. 41 |
Martello n. 49 |
Martello n. 54 |
Martello n. 65 |
ESEMPI SONORI |
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Ascolta il martello replicato DO 1, al quarto livello di sollecitazione meccanica (f) |
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Flavio Ponzi realizzò anche, come si è detto, una seconda replica dei martelli originali, guarnita con feltro avente una densità di circa 0,38 gr cm³, pure rilevabile sui pianoforti di Pleyel dalla metà degli anni '40 circa, agli anni '70 dell'Ottocento. Ciò fu fatto al fine di dotare il Pleyel 10966 di tutte le risorse atte a permetterne il più ampio utilizzo disciplinare, interpretativo e di ricerca. Intendendo tale utilizzo sia in relazione alle tematiche estetiche connesse alla tipologia romantica Pleyel (prediletta fra l'altro com'è noto, da G.Rossini e F.Chopin), sia nei confronti di una comprensione il più possibile diretta e articolata, delle variabili relative all'evoluzione organologica dello strumento, in rapporto all'evoluzione del tocco e della tecnica pianistica attorno agli anni 1845-50.
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Sotto sulla destra, il secondo set di martelli replicato da Flavio Ponzi, guarnito con feltro avente una densità di circa 0,38 gr cm³, già sottoposto a una prima intonazione e funzionante. Al centro è visibile il primo set di martelli replicato (guarnito con feltro avente una densità di circa 0,30 gr cm³). Sulla sinistra sono visibili le parti meccaniche replicate (forcole e stiletti), non ancora assemblate ai martelli quando fu scattata questa fotografia. |
Nell'estate del 1997, la seconda martelliera replicata venne utilizzata sul Pleyel 11695 (del quale a quel tempo nessuno ancor sospettava la storia singolare), facente parte della collezione di Flavio Ponzi, nel ciclo di tre concerti "Il suono ritrovato", tenuto al Castello Cavour di Santena (TO), nel quale suonarono tre diversi pianisti. Ciò fu deciso espressamente allo scopo di verificare dal vivo il rendimento di tale martelliera, nell'ambito delle inesauribili sfumature dinamiche, timbriche e di fraseggio della letteratura romantica.
In questo filmato, realizzato nel 2008, Flavio Ponzi suona il Notturno op. 62 n. 1 di Frederick Chopin, sul pianoforte Pleyel 11695, appartenuto a Gioachino Rossini (http://www.flavio-ponzi.it/Pagine/PleyelRossini.html). Proprio in occasione del ciclo di concerti da cui è stata tratta questa registrazione (1997), fu collaudata la seconda martelliera replicata (visibile a destra nell'immagine subito sopra), guarnita con feltro avente una densità di circa 0,38 gr cm³. |